Brocca
questa brocca usa la pressione atmosferica come condizione fisica. Impedendo all'aria di entrare nel corpo ermetico in vetro attraverso il "becco" a sifone fino a che non la si inclina sufficientemente in avanti in modo che il peso stesso dell'acqua vinca la resistenza del "vuoto" il liquido stesso non esce. La brocca si carica in orizzontale sulla schiena. Non è possibile riempirla con liquidi gasosi ed è ovviamente complessa da pulire se non usando le biglie in acciaio. Si presta quindi per l'uso delle acque naturali o di qualsiasi altro liquido evitando quelli particolarmente calcarei. Anche come oliera ha il vantaggio che il corpo rimane evidentemente pulito in quanto si versa dalla parte bassa. Da piena si presenta come una grande goccia d'acqua che misteriosamente non fuoriesce.
Dosa zucchero
Il dosa zucchero è uno oggetto quasi ormai sparito che era in voga fino all'arrivo diffuso della bustina. In modo particolare lo si usava nei paesi nordici. Rispetto alla zuccheriera "aperta" con cucchiaino dei bar italiani prometteva già una maggiore igiene. Negli anni ne sono stati prodotti di diverse tipologie tutte comunque impostate sul gesto di rovesciare la zuccheriera per ottenere una quantità definita. Non so per quale motivo, forse per il fascino di un oggetto di grande diffusione, forse per la meccanica stessa, negli anni '90 ho intuito che si potesse costruirne uno basato sul del sifone. Ogni volta che lo si rovescia l'angolo del sifone si svuota e contemporaneamente si carica. I primi esemplari sono stati fatti per amici in ottone argentato (su una sfera di vetro feci costruire un piccolo tubo a sifone come una grande "N"). Ho poi provato a realizzarlo in vetro borosilicato (vedi video) per poi divertirmi con la stampa 3D.
M+P (Medusa e Perseo), specchio.
Questo specchio ha la particolarità di "raddrizzare" l'immagine riflessa rendendola "diritta" e non "rovescia". Sappiamo, ma si dimentica, che ogni immagine riflessa in uno specchio è "girata". Quando ci vediamo riflessi ci dimentichiamo che gli altri non ci vedono così perchè lo specchio crea appunto un'immagine speculare. Medusa e Perseo ci mostra esattamente come gli altri ci vedono. Spesso le persone che lo usano non si riconoscono, il nostro viso ha infatti delle differenze importanti lungo l'asse di simmetria. Anche i movimenti in questo specchio sono difficili perchè abbiamo ormai codificato che in uno specchio piano ci dobbiamo muovere specularmente. In M+P, alzare la mano destra significa vedere che si alza alla nostra sinistra. Il riferimento alla mitologia è evidentemente la voglia di interferire con il tema dell'immagine e delle sue proiezioni anche in un modo che può sconvolgere. Questo specchio è inservibile, è impossibile truccarsi è difficilissimo pettinarsi. L'aspetto tecnico complesso del necessario angolo retto tra due specchi piani come condizione per questa ri-riflessione è stata la sfida più complessa perchè per poter togliere lo spessore del vetro che nell'angolo creava un disturbo si è dovuto usare un particolare vetro riflettente di origine automobilistica. Risolto questo problema il grande tema è cosa fare di questa scoperta ed è per questo motivo che non esiste una sola versione. Il lavoro è un eterno work in progress, come il nostro rapporto con l'immagine.